La Repubblica: I turbamenti dell’adolescenza, quanto è difficile fare coming out

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Thor e Christian vivono in uno sperduto villaggio di pescatori in Islanda, sono adolescenti e amici per la pelle. Finché qualcosa incrina il loro legame: nell’estate più importante della loro vita, Thor sentirà la prima attrazione per una ragazza, mentre Christian scoprirà che quello che lo lega al compagno di giochi e avventure non è più semplice amicizia. Indaga un vincolo forte tra due ragazzi che resiste alle convenzioni della “norma”, Heartstone, film d’esordio del trentacinquenne islandese Gudmundur Arnar Gudmundsson premiato col Queer Lion a Venezia, che domenica sera chiuderà il Mix e che ben rappresenta la tematica che fa da filo rosso alla trentunesima edizione del festival di cinema gaylesbico. Un’edizione, da stasera allo Strehler, che ritrova vigore dopo anni di difficoltà economiche e si offre, grazie al sostegno del Comune, gratuitamente alla città, e in cui i giovani, tra ricerca di identità, bullismo e difficoltà nel fare coming out, sono centrali.

L’inaugurazione di stasera, però, parla di femmes fatales con due film in cui sono protagoniste due chanteuses. Isabelle Huppert mette il suo fascino intramontabile a servizio di un personaggio all’apparenza dimesso: in Souvenir(stasera alle 20, fuori concorso), commedia sentimentale del belga Bavo Defurne, è un’impiegata di mezz’età di una fabbrica di paté che affoga la noia della routine sbronzandosi da sola davanti alla tv. Finché la relazione con un giovane collega la spingerà a rispolverare una carriera di cantante che credeva morta e sepolta. Un’altra cantante, ma reale, è protagonista, sempre stasera (alle 22, ospite la regista Daresha Kyi), del documentario Chavela: già a Berlino, un ritratto della cantante messicana Chavela Vargas, lesbica dichiarata già negli anni ’50, che fece innamorare Frida Kahlo e Ava Gardner. E donne fatali sono anche le “queen” 2017: Malika Ayane e la musa di Ozpetek Serra Yilmaz, premiata domani sera.

L’età delicata dell’adolescenza ricorre, dicevamo, in molti titoli. Tra i nove lungometraggi del concorso, un’estate cruciale scorre in Center of My World del tedesco Jakob M. Erwa, dove Louis Hofmann, attore rivelazione di Land of Mine, è Phil, adolescente gay che al ritorno da un campus vacanze con la ripresa della scuola vede complicarsi la vita sentimentale e la convivenza con la madre e la sorella gemella. In 1: 54, opera prima del canadese Yan England, un lutto scuote dalla sua timidezza il liceale Tim, che si ribellerà al bullismo con l’atletica: protagonista è Antoine Olivier Pilon, già ragazzo difficile in Mommy di Xavier Dolan. Racconta una storia di formazione, questa volta al femminile, El color de un invierno, esordio dell’argentina Cecilia Valenzuela Gioia anche protagonista nel ruolo di Lucia, ventenne problematica e solitaria che con l’incontro con una coetanea riuscirà a riconoscere la propria sessualità. Gioventù difficili anche nel concorso documentari dove è da segnalare Brothers of the Night del libanese Patric Chiha, appena premiato al Sicilia Queer, sulla realtà cruda di una comunità di ragazzi bulgari che sopravvivono a Vienna prostituendosi.

Fonte: la Repubblica ed. Milano di Simona Spaventa