12° Queer Lion Award: fuori concorso

75. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica

Schede e sinossi dei film di interesse queer presenti alla 75. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia; calendario di tutti i passaggi in sala

CALENDARIO DELLE PROIEZIONI

EL LUGAR SIN LÍMITES
Aug 30 | 16:45 Sala Volpi (Lido) | Free Coupons, All Accreditations
Sep 01 | 11:00 Sala Volpi (Lido) | Free Coupons, All Accreditations

STRANO TELO (FOREIGN BODY)
Aug 30 | 14:00 Sala PalaBiennale (Lido) | Tickets, All Accreditations
Sep 06 | 11:00 Sala Giardino (Lido) | Press, Industry
Sep 08 | 11:00 Sala Giardino (Lido) | Tickets, All Accreditations

FRIEDKIN UNCUT
Aug 31 | 11:15 Sala Volpi (Lido) | Press, Industry
Aug 31 | 16:45 Sala Volpi (Lido) | Free Coupons, All Accreditations
Sep 01 | 22:00 Sala Pasinetti (Lido) | Free Coupons, All Accreditations

SOME LIKE IT HOT
Sep 03 | 14:30 Sala Giardino (Lido) | Tickets, All Accreditations
Sep 04 | 09:00 Sala Volpi (Lido) | Free Coupons, All Accreditations

M BUTTERFLY
Sep 06 | 14:00 Sala Grande (Lido) | Tickets, All Accreditations

IL PORTIERE DI NOTTE
Sep 06 | 14:30 Sala Giardino (Lido) | Tickets, All Accreditations
Sep 07 | 09:00 Sala Volpi (Lido) | Free Coupons, All Accreditations

MORTE A VENEZIA
Sep 07 | 14:30 Sala Giardino (Lido) | Tickets, All Accreditations
Sep 08 | 09:00 Sala Volpi (Lido) | Free Coupons, All Accreditations

Per informazioni: La Biennale di Venezia, biglietteria.cinema@labiennale.org

SCHEDE E SINOSSI

El lugar sin límites (Il luogo senza limiti) di Arturo Ripstein (Messico, 1977, 110’)
La Manuela, un travestito, e la Japonesita, sua figlia, gestiscono un bordello nella cittadina di El Olivo. Il capo del villaggio, Don Alejo, vorrebbe venderlo. Quando Pancho, ex protetto di Don Alejo e cliente del bordello, torna in città, sia la Manuela che la Japonesita sono vittime dai suoi impulsi sessuali. Pancho, ubriaco, rivela il suo lato omosessuale con La Manuela, innescando una serie di tragici eventi.
Film candidato agli Oscar dal Messico per la categoria Miglior Film Straniero.
Restauro: Cineteca Nacional México e Imcine.
Presentato nella sezione Venezia Classici

Strano telo (Foreign Body) di Dušan Zorić (Serbia, 2018, 20’)
Cercando di dimostrare la propria virilità ai suoi bellissimi amici, Mare va a cercare una ragazza. Nell’affrontare un trauma sessuale del passato, scoprirà una parte aggressiva di se stesso.
Note di regia
Qual è il legame tra aggressività e sessualità? In quarta elementare io e i miei migliori amici ci siamo misurati il pene nel bagno della scuola, per vedere chi lo aveva più grande. Poiché non riuscivamo a metterci d’accordo, con il pene ancora fuori dai pantaloni ci siamo presi a pugni. Poi, durante gli anni Novanta, è arrivata la guerra, e con lei tanta violenza e tanto odio tra gli stati della ex Jugoslavia. Noi eravamo soltanto dei bambini, e non capivamo cosa stesse succedendo. Ma adesso siamo cresciuti, ed è ora di scopare.
Presentato nella sezione Orizzonti – Fuori Concorso – Corti

Friedkin Uncut di Francesco Zippel (Italia, 2018, 107’)
Il documentario offre una visione introspettiva nella vita e nel percorso artistico di William Friedkin, regista straordinario e anticonformista di film di culto come Il braccio violento della legge, L’esorcista, Sorcerer, e Vivere e morire a Los Angeles. Per la prima volta Friedkin si mette in gioco intimamente e decide di guidare il pubblico in un affascinante viaggio attraverso i temi e le storie che maggiormente hanno influenzato la sua vita e il suo percorso artistico.
Tra le opere esaminate meno diffusamente dal regista anche il cult queer Cruising con Al Pacino. Il documentario è stato in parte girato anche al Lido di Venezia durante la scorsa edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica.
Presentato nella sezione Venezia Classici

Some Like It Hot (A qualcuno piace caldo) di Billy Wilder (Usa, 1959, 121’)
Il Codice di Produzione Cinematografica statunitense (più noto come Codice Hays) fu ufficialmente in vigore dal 1930 al 1968, dettando il contenuto morale ed etico dei film americani, in modo che gli spettatori non fossero soggetti a ciò che veniva considerato degradante. Molti tuttavia sostengono che il codice in realtà perse molto del suo valore poco dopo il 1959, in seguito all’uscita del film di Billy Wilder “A qualcuno piace caldo”, una pellicola che, realizzata senza l’approvazione del codice, lo sfidava apertamente e lo privava della sua presa su Hollywood. Storia di due uomini che si travestono da donne per sfuggire alla malavita, A qualcuno piace caldo è zeppo di insinuazioni salaci e doppi sensi, fu bollato dalla Lega Cattolica per la Decenza come “seriamente offensivo nei confronti degli standard di moralità e decenza, sia Cristiani che tradizionali”, venne bandito in Kansas, e, trionfalmente, ricevette sei candidature all’Oscar. Il film è ora riconosciuto come una delle migliori commedie di tutti i tempi, sorretto dalle fantastiche interpretazioni di Jack Lemmon, Tony Curtis e Marilyn Monroe, e l’approccio coraggioso e spassoso di Wilder ai ruoli di genere.
A qualcuno piace caldo mise alla prova la società sfidando le regole di una morale autocompiaciuta. Il film strizza l’occhio all’omosessualità, studia lo sguardo maschile, parla di misoginia e della donna vista come oggetto, condannando l’insensibilità maschile. Nell’intricata girandola di relazioni che i due protagonisti maschili (vestiti da donne) intrattengono sia con uomini che con donne, essi sfocano le linee di demarcazione dei generi e mettono in dubbio se mascolinità e femminilità siano due categorie opacamente binarie come generalmente ritenuto, o se siano fortemente influenzate da fattori quali il comportamento, l’abbigliamento e la percezione.
Il film di Wilder dimostrò che il pubblico era pronto per molto più di quanto il codice Hays permettesse. A qualcuno piace caldo divenne un successo sia critico che al botteghino, oltre a diventare un’icona del cinema e ad essere considerato a tutt’oggi uno dei migliori film del regista e forse la più bella interpretazione di Marilyn Monroe.
Restauro: Park Circus in collaborazione con Metro Goldwyn Mayer e The Criterion Collection.
Presentato nella sezione Venezia Classici

M. Butterfly di David Cronenberg (Usa, 1993, 101’)
Ambientato nella Pechino del 1964, M. Butterfly racconta la vicenda del diplomatico francese René Gallimard, che si innamora della cantante dell’Opera di Pechino Song Liling, grande interprete della Madama Butterfly. Gallimard sacrifica la moglie, compromette la carriera, passa alla donna documenti riservati per salvare il figlio che crede di aver avuto da lei. Denunciato dal controspionaggio, al processo scoprirà che Song non solo è una spia, ma è anche un uomo.
Ispirato a una storia vera, scritta per il teatro da David Henry Hwang e da lui adattata per lo schermo, M. Butterfly è un melodramma sulla rappresentazione dell’amore, sugli aspetti autodistruttivi delle sue illusioni e sul tema della metamorfosi, caro a Cronenberg: “Sono un uomo che ha amato una donna, creata da un uomo”, dice nel film Gallimard.
Presentato in omaggio a David Cronenberg, Leone d’Oro alla carriera

Il portiere di notte di Liliana Cavani (Italia, 1974, 120’)
Vienna, 1957. In un hotel di gran lusso a due passi dal Teatro dell’Opera si è nascosto in un’anonima e oscura esistenza il portiere Max, ex-ufficiale nazista che ancora tiene contatti con i compagni di un tempo, intenti a far sparire tracce del loro scomodo passato. Il caso vuole che all’hotel riappaia Lucia, ex-deportata con la quale a suo tempo Max aveva intrecciato una relazione fondata sulla paura e il sadismo nel contesto disumano del lager. Lucia si è sposata con un direttore d’orchestra, ma subito si riaccende la passione con Max, in un groviglio inestricabile con un passato impossibile da cancellare o elaborare.
La regista, all’epoca dell’uscita nelle sale, venne sia celebrata per il suo coraggio nel trattare il disturbante tema della trasgressione sessuale, e simultaneamente, criticata per la trama sorprendentemente controversa nella quale presentava questa trasgressione dentro lo scandaloso contesto della narrativa dell’Olocausto.
Immagine simbolo per la cultura queer la mise di Charlotte Rampling in pantaloni, torso nudo coi seni coperti da bretelle, guanti da abito da sera e berretto delle SS, riproposta, tra l’altro, in video di icone gay come Madonna (Justify My Love) e Lady Gaga (LoveGame).
Restauro: CSC-Cineteca Nazionale e Istituto Luce – Cinecittà.
Presentato nella sezione Venezia Classici

Morte a Venezia di Luchino Visconti (Italia, Francia, Usa, 1971, 130’)
Primi anni del ‘900: Gustav von Aschenbach, musicista tedesco di mezza età in grave crisi spirituale, si reca in vacanza a Venezia. Al sontuoso Hotel des Bains del Lido fa conoscenza con una numerosa famiglia aristocratica polacca e rimane fortemente colpito dalla presenza dell’efebico figlio maschio, un adolescente di nome Tadzio, nel quale Aschenbach sembra trovare quell’ideale estetico che ha tenacemente perseguito per tutta la vita. Il turbamento sempre più incontrollato che prova per il giovinetto gli impedisce di partirsene dalla città, minacciata da un’epidemia di colera che diviene metafora di una corruzione che compromette tutti gli ideali.
Restauro: Cineteca di Bologna e Istituto Luce-Cinecittà, con Warner Bros e The Criterion Collection.
Presentato nella sezione Venezia Classici

Strano telo (Foreign Body) di Dušan Zorić
Il portiere di notte di Liliana Cavani